Lo stress lavorativo è oggetto di crescente interesse sia in ambito accademico che organizzativo, con un’attenzione particolare alle sue cause e alle strategie per mitigarlo. Nonostante non si tratti di un argomento nuovo, la situazione che stiamo vivendo in questo momento è senza precedenti: secondo l’indagine OSH Pulse condotta da EU-OSHA, più del 44% dei lavoratori afferma che lo stress da lavoro è aumentato significativamente dopo la pandemia da COVID-19 e oltre il 46% degli intervistati ha dichiarato di essere esposto regolarmente a una forte pressione dovuta a scadenze e sovraccarico di lavoro. Questi fattori, insieme alla scarsa comunicazione o cooperazione all’interno dell’organizzazione e alla mancanza di controllo sul ritmo di lavoro o sui processi lavorativi, contribuiscono ulteriormente al livello di stress percepito dai dipendenti.
Il lavoro remoto o ibrido, inoltre, ha modificato irreversibilmente il nostro rapporto con il mondo del lavoro. Se da un lato, infatti, lo smart working ha contribuito a migliorare – almeno in alcuni casi (Karácsony, 2021; Weinert et al., 2015) – il work-life balance dei lavoratori, eliminando i tempi di “commuting” (viaggio tra casa e lavoro) e riducendo le interferenze tra vita privata e lavorativa, dall’altro ha reso più difficile per i lavoratori la comunicazione (sia formale che informale) con colleghi e supervisori, generando una maggiore percezione di isolamento professionale e, di conseguenza, di mancanza di supporto sociale (Waizenegger et al., 2020).
In questo articolo approfondiremo il funzionamento di questa tenica e le sue potenzialità come strumento per ridurre lo stress e migliorare il benessere sul luogo di lavoro:
Uno strumento innovativo per la gestione dello stress sul lavoro
Il biofeedback è una metodologia di analisi e training basata sull’utilizzo di un set di sensori che rilevano e misurano le variazioni dei processi psicofisiologici che si desiderano controllare e regolare (es: conduttanza cutanea, temperatura corporea, pressione sanguigna, battito cardiaco, tensione muscolare, ecc.). Attraverso la raccolta di questi dati, il biofeedback elabora e trasforma le informazioni in rappresentazioni visive o uditive che vengono fornite al partecipante come feedback in tempo reale.
Biofeedback in azione: i primi studi
Anche i nostri colleghi hanno condotto uno studio molto ambizioso e promettente in questo settore (di cui abbiamo già parlato nel dettaglio qui), che ha indagato l’efficacia del neurobiofeedback (un particolare tipo di biofeedback) nel ridurre lo stress e migliorare i processi decisionali di manager di alto livello. I risultati dello studio confermato come il gruppo sperimentale (ossia il gruppo sottoposto ad allenamento con NBF) abbia riportato una capacità di autoregolazione e adattamento alle condizioni di stress cognitivo significativamente superiore rispetto al gruppo di controllo; capacità che si è tradotta anche in decisioni migliori e più lungimiranti.
Limiti e potenzialità
Nonostante i numerosi benefici del biofeedback nella gestione dello stress sul lavoro, è importante, però, considerarne le possibili limitazioni.
Un altro aspetto da considerare è che il biofeedback richiede l’uso di tecnologie e sensori specifici per monitorare le risposte fisiologiche. Sebbene i recenti sviluppi tecnologici abbiano reso tali dispositivi sempre più accessibili, garantire la loro corretta installazione e il loro corretto utilizzo richiede una conoscenza accurata dello strumento. Il biofeedback è una tecnica potente che necessita di un adeguato supporto e addestramento per ottenere risultati significativi.
Rivolgersi a professionisti esperti permette di superare queste limitazioni, garantendo un protocollo di addestramento personalizzato e un’analisi accurata dei dati per massimizzare l’efficacia del biofeedback nella gestione dello stress sul lavoro.
Come migliorare il benessere in azienda con il biofeedback
Il biofeedback agisce come un potente “specchio” o una lente di ingrandimento che riflette le reazioni interne, consentendo ai dipendenti di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del proprio stato psicofisiologico. Questa consapevolezza diventa una risorsa preziosa per identificare e gestire i segnali precoci di stress, consentendo un’azione tempestiva e preventiva per evitare che lo stress si accumuli e diventi dannoso.
Oltre al beneficio individuale, l’applicazione del biofeedback può portare a vantaggi tangibili per l’intera azienda: una forza lavoro meno stressata e più consapevole si traduce, a livello organizzativo, in una maggiore resilienza al cambiamento, una migliore capacità di adattamento e una maggiore coesione di squadra. Ciò si riflette positivamente sull’ambiente lavorativo, sul clima aziendale e, di conseguenza, sull’efficacia complessiva dell’organizzazione.
Come Umana-Analytics, ci impegniamo a fornire un servizio completo che va oltre la semplice fornitura di strumenti o software per il biofeedback. Offriamo un protocollo di addestramento personalizzato e un’analisi approfondita dei dati fisiologici per garantire risultati significativi e duraturi. Il nostro team di professionisti è pronto ad accompagnare le aziende nel percorso di implementazione di queste procedure, con l’obiettivo di contribuire a creare un ambiente lavorativo sano, produttivo e orientato al benessere.
Riferimenti bibliografici
Brown, B. B. (1977). “Stress and the art of biofeedback”. Harper & Row.
EU-OSHA (2022). “OSH Pulse – Sicurezza e salute sul lavoro dopo la pandemia”.
Green, E., & Green, A. (1977). Beyond biofeedback. Delacorte.
Iodice, P., Cannito, L., Chaigneau, A., & Palumbo, R. (2022). “Learned self-regulation in top-level managers through neurobiofeedback training improves decision making under stress”. Scientific Reports, 12(1), 1-13.
Karácsony, P. (2021), “Impact of teleworking on job satisfaction among Slovakian employees in the era of COVID-19”, Problems and Perspectives in Management, 19(3), 1-10.
Waizenegger, L., McKenna, B., Cai, W., & Bendz, T. (2020). “An affordance perspective of team collaboration and enforced working from home during COVID-19”. European Journal of Information Systems, 29(4), 429-442.
Weinert, C., Maier, C., & Laumer, S. (2015). “Why are teleworkers stressed? An empirical analysis of the causes of telework-enabled stress”. Wirtschaftsinformatik Proceedings 2015
Yu, B., Funk, M., Hu, J., Wang, Q., & Feijs, L. (2018). “Biofeedback for everyday stress management: A systematic review”. Frontiers in ICT, 5, 23.