L’eye-tracking è una tecnologia che permette di osservare e comprendere a fondo l’ambiente di lavoro all’interno del quale il tuo team sta operando, osservando i processi da un punto di vista privilegiato: in prima persona.
Osservare in prima persona l’interazione dei membri del team con l’ambiente che li circonda nelle diverse fasi dei processi produttivi permette di evidenziare eventuali aree di frizione, mettere a punto interventi di miglioramento e osservare le performance dei professionisti altamente qualificati, con lo scopo di illustrare le procedure al team in formazione e ridurre i rischi.
Perché valutare la human performance?
I compiti che compongono le diverse fasi dei tuoi processi interni possono essere portati a termine in diverse modalità, che dipendono dall’esperienza e dalla tecnica dei diversi operatori.
Diversi metodi portano, di conseguenza, a diversi risultati: comprendere in che modo il tuo team porta a termine ogni compito può aiutarti ad individuare le best-practice che possono ottimizzare ogni fase del processo, capitalizzando quelle conoscenze che derivano dall’esperienza sul campo, riducendo l’errore ed aumentando la sicurezza.
Perché l’eye-tracking?
La tecnica di eye-tracking permette di osservare la distribuzione dell’attenzione di operatori ed operatrici ed il loro comportamento durante l’esecuzione di un compito.
L’eye-tracker è uno strumento non invasivo e molto affidabile che può essere usato insieme ad altri strumenti protettivi senza inficiare il compito o la sicurezza durante l’esecuzione. Allo stesso tempo, permette di registrare dati ottenuti in tempo reale in quelle fasi di esecuzione di un compito in cui le competenze vengono messe in pratica e possono quindi essere misurate oggettivamente.
Osservare e individuare le migliori pratiche di esecuzione di un compito che, a parità di qualità di risultato, permettono di ottimizzare tempi e costi.
Evidenziare le possibili aree di frizione consente di individuare le fonti di errore o confusione che possono generare rischi per la sicurezza degli operatori e delle operatrici.
Incorporare l'eye-tracker nei processi formativi permette un feedback in tempi e contesti reali e la possibilità di riguardare le attività post-sessione, riflettendo sull'errore e le aree di miglioramento.
Cosa misuriamo?
L’eye-tracking consente di raccogliere ed analizzare un’ampia gamma di dati che possono essere utilizzati come indicatori di performance.
Tra gli output classici, troviamo le heatmap, delle mappe di calore che indicano le aree di interesse sulle quali sguardo si sofferma più o meno a lungo, senza tuttavia darci maggiori informazioni di temporalità e consequenzialità, ed i gaze plot, ovvero i tracciati di osservazione di un utente che contengono anche informazioni temporali di consequenzialità dei movimenti oculari (saccadi) e delle fissazioni.
Ad ogni domanda la sua misura
Esistono, però, tante variabili osservabili a valle di una sessione di registrazione di svolgimento di un compito tramite eye-tracking.
La variabile giusta da osservare ed estrapolare dai dati dipende – come sempre – dalla domanda di ricerca.
Ad esempio:
Performance ed esperienza
Il rapporto tra saccadi e fissazioni, ad esempio, può darci informazioni rispetto all’esperienza dell’operatore. La ricerca scientifica dimostra infatti che nelle persone con minor esperienza questo rapporto è maggiore perché tenderanno ad spostare lo sguardo più spesso alla ricerca di informazioni rispetto agli esperti, che a fronte di minori movimenti oculari hanno un maggior numero di fissazioni – in particolare all’interno delle aree di interesse. Tuttavia, con la pratica, gli osservatori diventano più veloci e più accurati nella ricerca di obiettivi ben definiti.
Chiarezza e sicurezza dei processi
La distribuzione dell’attenzione all’interno delle aree d’interesse – ad esempio all’interno di aree critiche dove è possibile che si verifichino errori e nascano potenziali situazioni di rischio per la sicurezza. Se l’attenzione in queste aree è al di sotto di una soglia necessaria affinché si possa elaborare, valutare ed evitare adeguatamente un potenziale rischio, è possibile che si verifichi un errore umano ed è quindi necessario intervenire con misure ad hoc.
In foto, il confronto tra i pattern esplorativi di un esperto d’arte (seconda e quarta colonna) confrontati con quelli di una persona non esperta durante delle sessioni di esplorazione libera di due opere d’arte.
Fonte: Experiencing Art: the influencer of Expertise and painting abstraction level.
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